La società dell’Io

La società dell’Io

Non è mestiere mio assomigliare a Dio
per quanto bella sia l'idea, sì, si chiama egomania
la nuova malattia di questa società dell'io
io, io, io, io, io, io, io, io, io, io, io, io, io, io, io, io, io

Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».

Il racconto di Genesi è probabilmente il mito fondativo più conosciuto della storia dell’umanità. È stato letto e interpretato innumerevoli volte. E’ la scena primaria che fonda la morale cristiana, il peccato originario che è alla base della distinzione fra bene e male. È anche una profonda descrizione del passaggio dall’età infantile all’età adulta, quando l’uomo accede alla conoscenza e sviluppa il senso di Sé, della propria corporeità e la consapevolezza delle regole sociali (“si accorsero di essere nudi”).

L’aspetto più interessante di Genesi è che tutto ha origine dalla rottura della relazione con Dio. A differenza di Giobbe, che anche nella condizione di malattia e di rabbia furente continua a parlare con Dio e a rivolgere a lui il suo sgomento, Adamo ed Eva non solo trasgrediscono la prescrizione divina, ma si “nascondono dal Signore Dio”. L’interruzione del patto relazionale e la sottrazione alle regole di convivenza portano come conseguenza la colpevolizzazione infinita. Nel racconto non è da Dio che parte l’accusa: è Adamo che dà la colpa a Eva; quindi Eva la dà al serpente e lo “scarica barile” potrebbe continuare senza soluzione di continuità.

Il racconto biblico, così come quello evangelico, sono imperniati attorno al concetto di relazione: relazione con Dio, in primis; relazione con l’altro e la comunità, in senso più terreno.

Basti pensare ai sette vizi capitali. Tutti i vizi discendono dalla superbia, che altro non è che la fantasia onnipotente di sostituirsi a Dio, che qui vorrei intendere come confine e limite che permette l’incontro con l’altro entro una relazione. In assenza del confine simbolico rappresentato da Dio altro-da-sé, non resta che il delirio onnipotente e illimitato dell’Io.

La negazione della relazione può allora avvenire in tre forme complementari: tramite il possesso dell’altro, tramite la sua distruzione o tramite la negazione del Sé. Da qui discendono gli altri vizi capitali. Due sono fondati sul possesso: la gola che ingloba e fagocita l’altro, la lussuria che vuole concupirlo. Due sono fondati sulla distruzione dell’altro e intuitivamente sono l’ira e l’invidia. Due, infine, sono fondati sulla negazione del Sé, cioè l’atto di nascondersi a Dio e all’altro (come Adamo ed Eva in Genesi): l’avarizia, nella quale non si concede nulla di ciò che si possiede; l’accidia, che è da intendersi nel senso medievale, quale “assenza di cura”, cioè il rifiuto di partecipare alla collettività e di operare per l’altro e per il mondo, ritirandosi nel “privato”. 

Con la graduale scomparsa della morale cristiana nel mondo occidentale e la sua sostituzione con la morale individualista e neoliberale, l’impressione è che la visione relazionale non sia stata trasformata in altro, ma abbia lasciato un vuoto che è alla base di diverse condizioni psicologiche che oggi sembrano essere molto in voga nell’immaginario comune.

Come sostiene Galimberti, le generazioni più recenti sembrano vivere non tanto una condizione di trasgressione morale, quanto di nichilismo, cioè di perdita di riferimenti valoriali, ma anche di confini relazionali, oltre i quali restano due strade: l’angoscia del vuoto (impotenza) o l’ipertrofia dell’Io (onnipotenza).

Riflettiamo sui quattro termini psicologici più diffusi oggi: depressione, ansia, narcisismo e borderline.

La depressione è il vissuto che per definizione si fonda sull’impotenza, riducendo la relazione con l’altro a palcoscenico per la recriminazione e la colpevolizzazione infinita di Sé e del mondo, come nello “scarica barile” biblico. L’ansia è la sua controparte difensiva, la fantasia onnipotente e sempre precaria di poter controllare il proprio mondo emozionale e quello altrui, con il rischio costante di cadere nel panico senza confini.

Se nel narcisismo il delirio d’onnipotenza è paradigmatico, anche nel vissuto borderline è il vissuto inconscio illimitato a dominare la psiche: Eros e Thanatos, buono e cattivo, impulso di vita e impulso di morte, idealizzazione e svalutazione sono scissi e intercambiabili, proiettati entro la relazione con l’altro senza possibilità di incontro e di definizione di regole.

La società dell’Io, come l’ha chiamata Niccolò Fabi in una splendida canzone, testimonia la caduta di Dio inteso come confine simbolico. In assenza di confini non c’è relazione, non c’è convivenza, non c’è condivisione. Restano solo i precetti individualisti in cui tutto è a carico del Sé: realizza i tuoi desideri, trova la persona adatta a te, segui le tue inclinazioni. Se la nostra cultura demanda tutto al Sé, non è casuale che i disagi psicologici più diffusi abbiano a che fare con la fantasia di potersi sottrarre alla relazione con l’altro e colonizzarla con vissuti d’impotenza e onnipotenza.

Un tempo la relazione con Dio segnava confini e definiva regole di interazione sociale. Oggi quali confini e quali regole stiamo definendo?

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