Il benessere lavorativo nelle aziende

Il benessere lavorativo nelle aziende

A cura della dott.ssa Ilaria Pavoni (Comitato d’area del gruppo di lavoro di Psicologia del lavoro)

Per benessere lavorativo si intende comunemente la capacità dell’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori per tutti i livelli e i ruoli.

Quando si parla di “benessere” aziendale, ci riferiamo a quel senso di positività che accomuna tutti i dipendenti di un’azienda e rappresenta il termometro per misurare il clima interno aziendale.

Partendo dagli studi degli autori James e Jones del 1974, diversi autori hanno provato a dare delle definizioni di clima aziendale, per esempio alcuni l’hanno definito come: ”un insieme di attributi specifici di una particolare organizzazione, deducibili dal modo in cui l’organizzazione si rapporta ai propri membri e al proprio ambiente. Per ogni lavoratore, membro dell’organizzazione, il clima prende la forma, di una serie di atteggiamenti e di aspettative che descrivono l’organizzazione in termini di caratteristiche statiche (come il livello di autonomia), di conseguenze comportamentali e dei relativi risultati”.

La matrice comune di tutti gli studi sul clima aziendale rimane il lavoro di Lewin sulla dinamica di gruppo e la teoria del campo, questa teoria afferma: “che il comportamento umano sarebbe espresso in relazione allo spazio di vita in cui la persona si trova, che include sia le caratteristiche della persona che dell’ambiente in cui opera.”

Ma quali sono i fattori che possono influenzare la qualità del benessere aziendale? e quali gli strumenti utili da usare per misurarlo?

Ad oggi, sempre più spesso le aziende decidono di investire denaro sullo sviluppo del benessere aziendale, avendo capito l’importanza di recuperare l’elemento uomo come creatore attivo di significati attribuiti all’organizzazione e fattore capace di influenzare in maniera massiccia il livello di motivazione al lavoro e l’aumento della produttività dell’azienda.

Analizzare il clima aziendale inoltre, permetterà al datore di lavoro di conoscere la condizione interna della azienda, leggerne gli eventuali errori svolti per poi aver la possibilità di costruire un piano di recupero volto al miglioramento del sistema aziendale: incitando il cambiamento, l’innovazione, imparando ad essere attenti allo sviluppo delle relazioni interpersonali, alla costruzione e al mantenimento del benessere psico-fisico e sociale dei lavoratori; tutto questo per risanare e promuovere una nuova linea lavorativa volta alla soddisfazione e alla felicità dei dipendenti, che risulta il fattore principale per il benessere aziendale.

La felicità aziendale si genera sposando i valori aziendali, nel sentirsi parte di un gruppo, nell’avere la possibilità di una crescita professionale e di carriera, avere la flessibilità negli orari di lavoro, essere formati, informati nelle decisioni aziendali, essere autonomi ed essere riconosciuti per le proprie diversità personali (generazionali, culturali, di genere).

La soluzione più efficace per migliorare il benessere aziendale, è quella di lavorare in primis sulla costruzione di una salda cultura aziendale, quindi su quei valori che rappresentano l’azienda e che trasmette al suo interno e al suo esterno. La cultura aziendale è utile per creare stima, passione per il lavoro svolto e sentirsi parte di un processo di miglioramento, inoltre la cultura aiuta a chiarire il significato delle singole e delle specifiche attività rispetto all’obiettivo finale, creando motivazione nei dipendenti e soddisfazione.

Successivamente alla costruzione della cultura aziendale è importante, avere una forte attenzione al singolo dipendente, riconoscerlo come unico e motivarlo al lavoro, per fare questo è fondamentale formare il datore di lavoro al “riconoscimento dell’altro” e del lavoro svolto, trasformando il “capo” in un “leader” capace di padroneggiare  la comunicazione assertiva,  dare  buoni feedback e di gratificare i suoi dipendenti con apprezzamenti, riconoscimenti, ecc, questo è utile per far sentire la persona parte di un sistema comune, di essere l’ingranaggio indispensabile per far girare la ruota dell’azienda.

In questo articolo si è parlato spesso di incentivi  non economici, questo perché nonostante esistano incentivazioni legate  all’aumento della retribuzione, ovvero bonus economici di diverso tipo (bonus prestazionali, aumenti di merito, fringe benefits) le ricerche fatte in Italia e all’Estero dimostrano che queste motivazioni non sono ai primi posti per i lavoratori. Al primo posto, infatti, i lavoratori indicherebbero come elementi in grado di migliorare la propria percezione di benessere aziendale, fattori scollegati ai premi economici, ma piuttosto vantaggi legati: al recupero dell’autonomia personale e la possibilità di crescita professionale.

Quindi, quali sono gli elementi indispensabili che compongono il benessere organizzativo? secondo Ostroff questo sarebbe dato da 12 dimensioni: partecipazione, calore, ricompense sociali, cooperazione, comunicazione, crescita, innovazione, autonomia, gerarchia, struttura, ricompense estrinseche, achievement.

Lo studio dell’analisi del benessere aziendale è qualcosa di complesso essendo di natura soggettiva e multi-dimensionale per questo è utile affidarsi a professionisti in grado di utilizzare strumenti come, il questionario (che ad  oggi risulta quello maggiormente utilizzato) attraverso il quale si ha la possibilità di valutare gli atteggiamenti, le percezioni, le opinioni e I pareri dei singoli lavoratori.

Per concludere, l’azienda dovrebbe quindi considerare attentamente l’importanza della costruzione del benessere aziendale. Il punto di partenza ricordiamo è investire nei valori aziendali, quindi nella cultura organizzativa, successivamente premiare le persone di talento, promuovere la crescita professionale e la creazione di un team affiatato, infine è fondamentale monitorare periodicamente l’andamento del clima aziendale.

Soltanto in questo modo si avranno all‘interno dell’azienda professionisti felici, motivati e orgogliosi di lavorare per la propria realtà.


Bibliografia

  • Rollo E. Io psicologo al lavoro, Padova, Upsel Domeneghini Editore, 2012


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