Didattica a distanza: prima di tutto un’immagine nuova

E’ possibile che la resistenza ad accogliere la DAD sia una specie di nostalgia?

I racconti sulla ingegnosità degli alunni per copiare nelle classi virtuali e su quella degli insegnanti per evitare che copino hanno accompagnato tutte le chiacchierate di chi è genitore o ne frequenta. E infatti la didattica a distanza è stato uno dei grandi temi su cui si è inasprito il dibattito pubblico. I detrattori della DAD la contrastano anche o soprattutto ideologicamente, riferendosi alla funzione formativa in senso lato dell’istituto scuola; tuttavia alla fine si va spesso a parare sull’impossibilità di controllare l’esatto svolgimento dei canonici momenti che segnano la didattica: la spiegazione, l’interrogazione. 

Possiamo invece allontanarci da una rappresentazione della formazione che faccia riferimento alla verifica e al controllo come testimonianza di efficacia del sistema scuola? 

Partiamo da questa domanda, in un’ottica di ripensamento profondo della funzione scolastica e di ridefinizione dei paradigmi culturali di riferimento, per esplorare i moventi delle resistenze all’accoglimento di un utilizzo più esteso della didattica a distanza e riflettere sulle sue effettive potenzialità.

Ospiti: Maria Grazia Flore, Emma Baumgartner, Melania Oliviero e Ilaria Petrelli