Tracce. Aspirazioni e big data: la paura e la voglia di essere visti

Le scelte che facciamo servono anche a marcare l’appartenenza a un segmento sociale, a definire una identità. Ma queste identità sono davvero le nostre?

Le nostre vite, sempre più “always on”, sono mediate da “interfacce digitali” attraverso cui agiamo, decidiamo, ci relazioniamo, lavoriamo, viviamo. E sempre più i social network rappresentano lo spazio entro cui ciascuna persona narra il suo quotidiano: cosa sta mangiando, che vacanza sta facendo, il nuovo acquisto di cui si è circondata, la musica che sta ascoltando…

Essere o apparire? I percorsi di costruzione delle proprie “identità” si moltiplicano, permettendoci di cambiare la nostra “identità sociale” con la stessa facilità con cui ci cambiamo abiti, a seconda dei contesti e dei gruppi con cui di volta in volta interagiamo. Micronarrazioni come esternalizzazione di un flusso di coscienza.

Nuove traiettorie in cui gli stili di consumo e le scelte di acquisto riguardano più i valori e la dimensione simbolica piuttosto che la sopravvivenza o la funzionalità tecnica, in cui i profili emotivi della persona ci raccontano molto di più, e meglio, del suo profilo socio-demografico.

Ma queste identità sono davvero le nostre? Perché facciamo le scelte che facciamo? Perché compriamo quello che compriamo? E per costruirci quale identità sociale?

In un’epoca caratterizzata dall’uso di big data e intelligenze artificiali, dal “se ti è piaciuto questo olio da barba, allora ti piacerà anche questa bici a scatto fisso”, le nostre scelte sono del tutto consapevoli o sono, in qualche misura, guidate dai dati? Le scelte da fare sono collegate in modo sempre più stretto alle scelte già fatte, magari da altri?

Stiamo assistendo ad una crescita esponenziale della potenza di calcolo e della quantità di dati disponibili, così come delle capacità di analisi descrittive e predittive di tali basi di dati. Quali effetti produrranno tali tecnologie sul nostro senso del sé, sul modo in cui ci relazioneremo con noi stessi e con gli altri? Diverremo più abili e potenti o, al contrario, più costretti entro spazi fisici e concettuali più limitati?

Protagonisti

  • Scrittore, autore della pagina Facebook Eschaton e del libro Teoria della classe disagiata
  • Sociologo e Docente presso l’Università di Toronto e presso l’Università Federico II di Napoli
  • Psicologo, Psicoterapeuta, docente di psicologia clinica presso la Scuola di specializzazione in Psicologia della Salute dell’Università “Sapienza” di Roma
  • Psicologa e Docente dell'Università Sapienza di Roma
  • Presidente dell'Ordine degli Psicologi del Lazio
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  • Psicologa-Psicoterapeuta
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