Città: come viviamo i luoghi che abitiamo?

Il racconto di un’esperienza di rigenerazione urbana che intreccia psicologia sociale, architettura, arte pubblica e cittadinanza

“D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda” (Italo Calvino, Le città invisibili)

La “buca” è un immenso spazio vuoto compresso fra tre file di palazzi nel quartiere Toscanini di Aprilia. A guardarla dall’alto sembra una dimenticanza, un terreno incolto sfuggito, chissà come, al movimento urbano. Eppure il suo nome, Piazza della Comunità Europea, porta con sé l’idea di uno spazio comunitario, centro vitale e animato della e per la cittadinanza, che dovrebbe assolvere alla sua funzione di punto di raccordo tra centro e periferia, tra polo industriale, campagna e contesto urbano. 

Da queste premesse è nato il progetto #ProssimaApertura, di cui si parlerà nell’incontro, come racconto a più voci di un’esperienza di rigenerazione urbana nella quale psicologia sociale, architettura, arte pubblica e cittadinanza lavorano congiuntamente per rispondere a quella domanda di cui parlava Calvino. 

L’obiettivo dell’incontro, infatti, non è definire tecnicamente la riqualificazione di uno spazio inaccessibile ed abbandonato, ma narrare come si avvia un processo di ascolto e coinvolgimento dei cittadini per raccogliere impressioni, desideri, visioni comuni e discordanti sul contesto in cui abitano e su come si vorrebbe trasformato. 

Lungo questo tracciato s’inserisce la funzione psicologica. Così come nell’intervento psicologico domiciliare ci si “muove verso” il domicilio dei destinatari dell’intervento, la psicologia può muoversi verso i territori, intesi come complessi sistemi di convivenza da conoscere, incontrare e contribuire a sviluppare.

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