Servizi educativi 0-6 anni: vulnerabilità e risorse
Come rispondere alle sfide emotive e psicologiche di chi ha dovuto sostenere l'educazione dei bambini piccoli durante l’emergenza?
La pandemia da COVID-19 ha costituito un trauma collettivo di grande portata con significative ricadute sulla salute mentale pubblica di adulti e bambini. Recenti evidenze suggeriscono un aumento di sintomi di ansia e depressione e di disturbi psicologici sia a breve che a lungo termine nella popolazione adulta. Anche in soggetti vulnerabili, quali sono i bambini più piccoli, sono stati rilevati effetti ascrivibili alla pandemia quali irritabilità, perdita di autonomia, disturbi del sonno e dell’alimentazione. Nel contesto dell’emergenza COVID-19, la riapertura dei servizi educativi in presenza ha rappresentato una azione strategica per ristabilire l’equilibrio e il benessere psicologico delle bambine e dei bambini. Tuttavia, a oggi la riapertura dei servizi è gravata da molte incertezze e ogni giorno le educatrici di nido e le insegnanti di scuola dell’infanzia si trovano ad affrontare numerose sfide psicologiche. Come rispondere a tali sfide? Il progetto che presentiamo nasce da questa esigenza: sappiamo che una attitudine positiva, di apertura verso gli altri riduce l’impatto negativo di eventi stressanti di lunga durata ed è dunque ragionevole attendersi che i livelli di stress percepito e di ansia possano variare in funzione di quanto educatori e insegnanti si percepiscano in grado di affrontare e risolvere i problemi imprevisti e di gestire le proprie emozioni negative lasciando spazio alle emozioni positive. Tali convinzioni, definite di autoefficacia, e l’esperienza emotiva che ne deriva, sono centrali per le capacità di caring del personale educativo. Diventa pertanto cruciale intervenire al fine di potenziare le risorse e le competenze emotive del personale.
Un talk di Emma Baumgartner e Giovanni Maria Vecchio