Chiudersi in una stanza. Lasciare il mondo fuori. Interrompere i rapporti con gli amici, con i familiari. Non parlare quasi più con nessuno. Quando diventa una scelta deliberata ed esistenziale, e non un temporaneo ritiro reattivo, si sta parlando di Hikikomori.
Hikikomori è un termine giapponese, che significa letteralmente “stare in disparte” ed è un termine gergale, proprio perché il fenomeno è stato primariamente osservato nell’ambito sociale. Lo psichiatra Tamaki Saito è stato il primo a utilizzare il termine in un testo scientifico, e da lì si è diffusa una maggiore conoscenza della sua manifestazione.
Il fenomeno dell’isolamento sociale volontario si sta diffondendo nel nostro paese sin dai primi anni 2000. Secondo stime non ufficiali si contano più di 100.000 casi in Italia, ma – per sua stessa natura – potrebbe essere un fenomeno sottostimato.
Cosa c’è dietro questo fenomeno? Cosa racconta della immagine di sé e della relazione tra sé e il mondo? Come possiamo aiutare chi, apparentemente, non vuole essere aiutato?
Affronteremo, insieme ad un testimone diretto, le caratteristiche, le manifestazioni, le cause e i possibili interventi da attuare in queste situazioni che coinvolgono non solo l’individuo ma l’intera società.