Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore

Per questo nuovo episodio di Profondità di Campo - Dialoghi di Cinema e Psicologia, con Sergio Stagnitta abbiamo visto Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore, film del 2012 diretto da Wes Anderson, con un cast davvero eccezionale: Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Frances Mc Dormand, Tilda Swinton.

La storia si svolge in un’isola nel New England, nel 1965 e narra essenzialmente della fuga di due adolescenti, Sam Shakusky e Suzy Bishop, entrambi emarginati rispetto ai loro contesti di origine. Intorno alla loro fuga si mobilita tutta la comunità: da una parte il capo scout con i ragazzi del Campo Ivanhoe, dall’altra la polizia locale e la famiglia di Suzy, con l’intervento - ad un certo punto - di Servizi Sociali, visto che la famiglia affidataria di Sam dichiara di non desiderare il suo ritorno a casa.

Il film ha l’architettura precisa e al tempo stesso magica che è il tocco di classe di Anderson.

La fuga nel film rappresenta lo snodo di un percorso di formazione dei due giovani fuggiaschi e, di riflesso, di tutta la comunità. Sembra proprio, in questo contesto, che il percorso lungo l’antico sentiero dei Chickchaw che i protagonisti intraprendono rappresenti un viaggio metaforico alla scoperta di sé e dell’altro.

Durante la loro fuga si scatena inoltre un violento nubifragio, che richiama espressamente il diluvio biblico, pericoloso e salvifico. Possiamo considerarlo, sul piano psicologico, la metafora di una rivoluzione necessaria all’interno della comunità, la proposta di un nuovo ordine, in cui si soppiantano le menzogne narcisistiche e borghesi del collettivo in favore dell’amore e della libertà che incarnano gli adolescenti fuggiaschi.