Cinema e psicologia: come in uno specchio

“Il cinema non ti offre quello che desideri, ti dice come desiderare.” (Slavoj Žižek)

Immaginate un bambino molto piccolo, che per la prima volta si vede allo specchio. Non riconoscendo che quella è la sua immagine riflessa, la prima reazione è di stupore, poi paura e poi, piano piano, inizia ad incuriosirsi, c’è qualcosa di familiare in quel viso...!

Il cinema ha la stessa funzione dello specchio, ovvero è uno schermo che ci rimanda continuamente delle immagini che inizialmente ci appaiono estranee, perché esterne e lontane da noi, lentamente, man mano che iniziamo ad identificarci con i personaggi, diventano sempre più familiari, ci raccontano qualcosa di noi stessi, che ci riguarda, anche quando le storie sono molto lontane dalle nostre vite. Ci identifichiamo con i personaggi e con le loro vicende, proiettiamo su di loro i nostri vissuti più personali, proviamo emozioni e soprattutto iniziamo ad entrare in contatto con i nostri desideri più profondi. 

Perché il cinema ci racconta qualcosa di come siamo fatti, cosa ci piace, cosa non ci piace, come vorremmo essere, insomma ci aiuta a capire chi siamo, esattamente come lo specchio per un bambino piccolo. Ma non solo, il cinema va oltre il contatto con le parti più profonde della nostra personalità, con i nostri desideri più nascosti, perché, come afferma il filosofo psicoanalista Žižek, ha un potere trasformativo, ci insegna come desiderare, come attivare questa fondamentale spinta umana che guida il senso del nostro stare al mondo.

Desiderio e identità saranno le due parole chiave di questo evento. Ci faremo aiutare in questo percorso da alcune sequenze cinematografiche che ci faranno da guida, da specchio, per raccontare proprio questo potere trasformativo del cinema; perché, come direbbe Alfred Hitchcock: "Drama is life with the dull bits cut out!” (Il dramma è la vita con le parti noiose tagliate!)

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