“Il fascino discreto della tecnocrazia europea. Siamo l'Europa della burocrazia e delle banche”
Così recita la descrizione degli Eurocrati, pagina Facebook da oltre 100k di follower, nata come strategia di guerrilla marketing da parte della Trojka e di Juncker, ultimo baluardo della lotta al sovranismo.
Le banche come modello di sviluppo e garanzia di continuità nella Storia occidentale. Lo aveva già capito Ottaviano Augusto, eurocrate ante-litteram, “antico leader dell’Europa Unita, inventore del fisco, primo artefice di una riforma monetaria su scala continentale”.
Gli Eurocrati sono l’essenza della satira postmoderna: profonda conoscenza del linguaggio burocratico, posizionamento ideologico, uso dell’ironia che, nella sua più completa consapevolezza di sé, finisce per non prendere sul serio nemmeno il gioco, la mimesi, la parodia, divenendo per paradosso abile strumento di resistenza alle derive populiste.
E questo paradosso varca la distinzione fra reale e mimetico (forse sarebbe meglio dire memetico), quando nell’aprile 2018 la Camera dei Deputati smentisce un tweet degli Eurocrati, costretti a fare la parte meno piacevole del memer: dichiarare che i propri contenuti sono fake.
Troppo ironici per essere reali, troppo reali per essere una parodia.